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SPORT
18/03/2012

I compagni di squadra fumatori? Danno il cattivo esempio

 

Vedere i compagni di squadra che fumano costituirebbe un pessimo esempio per gli sportivi sani liberi dal vizio delle bionde. Così sostiene uno studio realizzato dall’Università della Southern California pubblicato su “Child Development”, che ha analizzato le reti amicali attraverso i social network per scardinare il meccanismo dell’influenza reciproca sulle abitudini apprese dagli adolescenti.

Lo studio ha altresì rilevato un dato positivo e cioè che gli sportivi assidui che praticano molte ore di allenamento nel corso della loro settimana sarebbero invece meno propensi a cadere nella trappola del fumo, in coerenza con i valori dello sport.

Com’è noto, con i compagni di squadra si trascorre gran parte del tempo libero per via degli allenamenti settimanali, delle trasferte per le partite e dei legami di amicizia che si creano tra i componenti di un team agonistico o amatoriale, all’interno del quale c’è grande rispetto.

Questo però può rivelarsi dannoso se, tra i compagni di squadra, ci sono persone che fumano o bevono perché, stando allo studio americano, basterebbe la semplice esposizione alla vista di un compagno fumatore per indurre gli altri a provare la prima sigaretta e, come è noto, il tabacco crea rapidamente un alto tasso di dipendenza. Una questione di responsabilità?

I ricercatori hanno analizzato oltre 1.200 ragazzi con età tra gli 11 e i 13 anni, chiedendo loro le abitudini rispetto al fumo e i nomi degli amici più stretti in ambito scolastico e sportivo. Poi, attraverso l’analisi della rete amicale sui social network, hanno valutato quanto la presenza di fumatori nelle rispettive squadre sportive influisse sul comportamento nei confronti del fumo

Ne è emerso che, gli adolescenti, erano più propensi a fumare se maggiore era il numero dei loro coéquipier che fumava e questo dato appariva ancora più evidente tra le ragazze che fra i ragazzi.